Sto scrivendo questa newsletter dalla più classica delle istantanee di un certo tipo di villeggiatura italiana: tavolo di legno, vecchio mobilio da casa al mare, vasto assortimento di parole crociate, piatti spaiati, creme solari e tutto l’amichevole disordine delle case al mare. Come avrete intuito non sono più in Irlanda, bensì qualche migliaio di chilometri a sud, e qualche decina di gradi in più (sic!). L’Italia ci ha riaccolto con un caldo afissiante e un bel ritardo di 140 minuti del nostro treno. Questo è il paese che amo (cit).
Ma torniamo a parlare di Irlanda. Ci eravamo lasciati con i nostri eroi in viaggio verso nord per l’ultimo tratto dell’esplorazione.
Durante la mattinata ci fermiamo solamente per due rapidi stop lungo il nostro viaggio verso nord. Dapprima una vecchia dimora vittoriana caduta in disgrazia, Moore House. Bella, ma non è divertente fotografare luoghi abbandonati che sono già stati trovati e attrezzati a spot turistico. Il tempo di compiere un secondo reato di pepperoni pizza, e venire punito da un nugolo di vespe che infestavano la panchina di Westport prescelta per il pranzo, ed eccoci nella ridente città di Newport. Che la famosa città del jazz statunitense prenda il nome da questa?. Could be. Poco fuori ci fermiamo in una delle bellissime, e ventosissime spiagge atlantiche di queste zone. C. raccoglie delle conchiglie bellissime, io faccio amicizia con una pecora Shetland e fotografo barche in secca con la bassa marea.
Poi prendiamo una strada costiera selvaggia e bellissima che, con vista oceano, ci accompagna verso il ponte che collega Achill Island alla terra ferma. Il paesaggio dell’isola è -diciamo- primordiale. Dapprima una morbida costa bassa e verdeggiante, poi una serie di grosse colline -monti mi sembra un termine eccessivo- e distese di pascoli ingialliti. Su tutto spira un vento sferzante, che gonfia il mare contro le scogliere. Superiamo l’unico centro abitato propriamente detto dell’isola, Keel, e arriviamo al nostro alloggio.
La nostra enorme stanza ha enormi finestre su quasi tutti i lati. La luce in inverno è poca e la superficie vetrata è di conseguenza maggiorata. La vista è qualcosa che rimarrà incastrata dentro di me per sempre, la visione arcadica di un golfo punteggiato di case e campi verdissimi con sullo sfondo la massa imponente e incappucciata del Croaghaun. Facciamo una passeggiata a piedi fino a Keel per una sosta al pub e nel frattempo assaporiamo le tre caratteristiche principali di Achill Island: il vento burrascoso, le capre ovunque e le bellissime case bianche vista oceano. Ci infiliamo in un pub, mangiamo e beviamo come dei veri locals e poi crolliamo nel letto poco prima che si abbatta sull’isola un temporale olimpionico. Per loro, una leggera pioggerella.
Il giorno seguente abbiamo modo di girare l’isola. Per chi non lo sapesse, il film “The Banshees of Inisherin” (Gli spiriti dell’isola, 2022) è stato girato qui. Una delle locations più famose è sicuramente Keem beach, una delle spiaggie indubbiamente più belle d’Irlanda.
Il resto della giornata procede esplorando l’isola, serpeggiando tra le strade minuscole e prendendo di faccia il vento come si confà a dei veri locals (forse no). Tra tutte le tappe fatte in questo viaggio, questa è quella che mi ha colpito di più. Ho scoperto che più mi addentro in zone remote e fuori dalle rotte turistiche, più risuono con il paesaggio urbano e non.
Quest’isola remota, ventosa e forse poco ospitale è stata una vera miniera d’oro di scorci e scatti che ho adorato. Il sogno per gli appassionati di posti vuoti e apparentemente privi di vita, ma che sotto la coltre polverosa nascondono storie preziose.
Con un certo peso nel cuore, torniamo al nostro cottage e cominciamo ad impacchettare le nostre cose. Ci aspettano 4 ore di auto per tornare a Dublino e mettere la parola fine a questa meravigliosa avventura.
Il diario di viaggio termina qui. Era uno dei progetti che avevo per questo viaggio, sono riuscito a realizzarlo e voi che mi avete restituito un bel feedback, cosa che mi riempie di contentezza. Nei prossimi giorni e mesi tornerò a raccontarvi di questo viaggio, mostrandovi foto “serie” e non istantanee a scopo di memoria e raccontandovi un po’ di impressioni che ho avuto durante questo viaggio breve ma estramamente intenso - parliamo di quasi 2000 chilometri in una settimana-.
Vi auguro una buona fine di estate, ci risentiamo a Settembre!
Haigh!