Ciao,
Per l’intro di questa newsletter volevo fare lo splendido. Volevo dire che faceva parte di quel ristrettissimo numero di newsletters scritte viaggiando a 600km/h e a qualche migliaio di metri di altezza. Già mi vedevo a scriverla guardando il Monte Bianco sfilare sotto di me. E invece.
Aereo cancellato causa guasto tecnico, arrivo in albergo provvisorio a mezzanotte, aereo successivo ore 6 del mattino. Il fatto che fosse una trasferta di lavoro pagata ha reso più leggero il disagio. La rottura di due linee di metropolitana a Parigi mi ha fatto sentire molto a casa, invece.
Ed eccoci qui, a scrivere la newsletter in aeroporto a Parigi. Anzi, no, eccomi qui nella mia stanza a finire la newsletter perchè sono in ritardo. Cronico ed editoriale.
Quanto sono brutte le trasferte di lavoro? Non brutte in sè, ma cariche di aspettative drammaticamente infrante. Un neofita si potrebbe aspettare di avere tempo dopo il lavoro per esplorare una città nuova ogni paio di mesi. Invece si finisce risucchiati senza appello in dinamiche sociali robotizzate, facendo la spola dall’aeroporto all’albergo, dall’albergo agli uffici, dagli uffici a ristoranti di dubbio gusto.
Andando oltre, siamo a Settembre, l’autunno è arrivato rapido come Gandalf con le Aquile, quindi ci sono tutti i presupposti per svegliare la mia parte creative a calci sulle gengive.
Un disastro ferroviario editoriale
Qualcuno di voi lo avrà già appreso. l’11-12-13 Ottobre parte la nuova edizione del Funzilla Fest, il mio personale impero Romano quando si parla di zine e autoproduzioni fotografiche, nonchè una delle poche rassegne in cui riesco a mostrare qualcuno dei miei progetti, lontano dal Pantheon di divinità del caos degli algoritmi che governano i social.
Quest’anno ho deciso di mettere su strada parte di un progetto cui lavoro da qualche tempo. il titolo è “Where We Go Back To Sleep” e qualcuno di più attento si sarà accorto della variazione del nome rispetto a quando ne avevo parlato qualche newsletter fa.
Quest’anno volevo dare una svolta alla mia linea editoriale, proponendo un lavoro in un formato più grande e più raffinato. Tutto ciò è franato con violenza quando è uscita la copia di prova dalla macchina rilegatrice della tipografia. Ecco, diciamo che il costo mi ha fatto assumere la stessa espressione di Ralph quando gli viene spezzato il cuore da Lisa Simpson.
Una cifra completamente fuori target rispetto al festival, ma anche rispetto al semplice buonsenso che un vero editore avrebbe avuto. Perchè non ho chiesto prima il preventivo? Non so, forse ero troppo impaziente per vedere la mia creatura tra le mie braccia. Forse un po’ sprovveduto sul come si stampa qualcosa. Forse, forse, forse. La vita di cui si approccia a cose per la prima volta è costellata di se e di forse. Volendo guardare il lato positivo, tuttavia, le lezioni imparate in modo frontale (frontale come quello che hanno avuto le mie aspettative con la realtà), tendono ad imprimersi molto bene nella psiche e nella memoria. Sono quindi tornato a casa con le pive nel sacco, ma con una serie di ragionamenti che mi permetteranno comunque -spero- di confezionare un lavoro valevole.
Però la zine di prova era bella, questo sì. E mi sono tolto lo sfizio di stampare le mie foto in un formato più grande del solito. Buttalo via. Qui sotto alcune delle pagine della prima versione.
Nella prossima uscita parlerò un po’ approfonditamente di tutte le varie fasi del progetto e spero di poter avere tra le mani una bella scatola con le zine che troverete al Funzilla. E ovviamente vi presenterò la zine.
Potete comunque spulciare i vecchi post per vedere alcune delle immagini del progetto.
Caro diario, ecco come ho passato le vacanze
Mi rendo conto ora che sono tornato dall’Irlanda più di un mese fa oramai. Doveva essere il viaggi e così è stato. Sorvolando sulla questione del Meccanico dei Monty Python™ -internal reference alle precedenti newsletters- e sul fatto di aver percorso 3000 chilometri in 9 giorni. Avevo fatto notevoli piani, come al solito troppo stratificati e ambiziosi per le mie capacità organizzative.
E quindi:
No. non ho girato un documentario di viaggio. Mi reso conto della difficoltà di questo compito camminando su una scogliera sferzata dal vento, con al collo due macchine fotografiche, lo scatto flessibile e con un treppiede in mano. Sono ancora vivo per raccontarlo, questo mi basta. E mi basta anche aver realizzato che si possono fare le cose per gradi, per passetti talmente piccoli che sembra di essere immobili.
Si, ho creato un reportage di viaggio qui su Pentaprisma. E sono estremamente contento del risultato. Sia perchè scrivere le cose nel momento in cui le si vive fissa i ricordi in modo indelenile, ma anche perchè voi, car* lettor* avete accolto il progetto, estemporaneo, scalcinato e neanche annunciato, con un calore davvero notevole. Grazie.
Ho scattato molto. Sono molto contento di questo. Più informazioni quando avrò le foto tra le mani.
No, niente ritratti agli sconosciuti. Mi dispiace molto, ma ancora non riesco a raggiungere il giusto livello di “incontrare il prossimo”. Temo che per riuscirci dovrò mettermi nella situazione più sconfortevole possibile e cercare di sopravvivere da lì.
ecco, una cosa del genere.
Tu Guardia ‘82 di Brunori, io:
Siamo giunti alla fine per oggi. Una newsletter interlocutoria, giusto per riprenderci la mano. Nella prossima parlerò in modo più approfondito del processo di creazione della zine che verrà presentata al Funzilla. Vorrei fare alcune riflessioni su cosa significa fare editing fotografico e book designing, senza saperne assolutamente nulla.
Come sempre, per commenti, opinioni, insulti, frizzi e lazzi non esitare contattarmi per e-mail o nella sezione commenti di questa Newsletter.
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Ci sentiamo tra due settimane! Viva!
Alessandro Chiariotti.